"Chi l'ha visto?": l'agenda delle spezie insolite #2

 
TAMARINDO

In India, tra gli abitanti dei villaggi rurali, resiste ancora la credenza sul pericolo di addormentarsi o legare un cavallo sotto l’albero del tamarindo; le acide esalazioni notturne e l’effetto corrosivo delle foglie cadenti sarebbero estremamente nocive per l’uomo e gli animali. Solo una superstizione? Sarà un caso, ma, all'ombra di questa pianta, non cresce nessuna altra specie vegetale...
 
Il tamarindo (Tamarindus Indica, appartenente alla famiglia delle Fabacee o Leguminose) è spezia nativa del continente africano.
E’ talmente poco conosciuto alle nostre latitudini che non esistono informazioni storiche attendibili e degne di considerazione. La sua coltivazione però, visti gli innumerevoli impieghi, è oggi diffusa in tutte le zone del mondo a clima tropicale e subtropicale.
 
Il suo nome deriva dalla parola araba “tamr-hindī” - dattero dell’India -, per la somiglianza col ben più celebre frutto maghrebino, retaggio di quell’incontro, in epoca medievale, coi commercianti mediorientali.
 
Il tamarindo è utilizzato sia per fini culinari che curativi, grazie alle sue innumerevoli proprietà.
 
Il sistema medico orientale Unani, che si fonda sulle millenarie teorie Ippocratico-Galeniche, lo utilizza da sempre per un'infinità di rimedi (dal prurito ai disturbi digestivi).
I recenti studi scientifici riportano:
 
-  il TSP (Tamarind Seed Polysaccharide), un polisaccaride ricavato dal seme della spezia che imita le mucine caratteristiche delle lacrime, è utile per alleviare i sintomi della secchezza oculare.
L’ “occhio secco” è una patologia molto diffusa che può aver svariate cause e, se non trattato adeguatamente, può portare a conseguenze importanti a livello corneale, come infezioni, congiuntiviti od ulcere.
Le lacrime artificiali di ultima generazione contengono, oltre ad acqua e sali vari, sostanze in grado di ricomporre un film lacrimale fisiologico… tra queste il TSP, responsabile della viscosità del prodotto!
(Uccello-Barretta G et al., 2013; Iester M et al., 2014; Barabino S et al., 2014)
 
-  report di etnomedicina (medicina tradizionale o folk) riferiscono l’uso di tamarindo in caso di diabete, ma, in questo caso, gli effetti sui livelli della glicemia sono stati confermati, per il momento, solo da studi su animali.
(Yerima M et al, 2014; Nahar L et al., 2014)
 
Da non sottovalutare, la sua applicazione anche a scopi ornamentali: le foglie e il frutto ricordano vagamente quelle della mimosa, specie ben più nota della stessa famiglia botanica, e l'albero, che può raggiungere un'altezza di 30 metri e una circonferenza di 9, è molto ricercato per ombreggiare le strade.


La spezia è estremamente popolare e di uso comune, soprattutto in cucina, nelle regioni dell’Asia Meridionale, Medio Oriente e America Latina. In India soprattutto, che ne è il maggiore produttore, esportatore e consumatore al mondo, è un componente irrinunciabile della dieta quotidiana, trovando spazio indifferentemente in moltissime preparazioni dolci e salate e come ingrediente di diversi soft drink dissetanti.
Il tamarindo è sostanzialmente un agente acidulante: intenso al gusto e leggermente piccante, il suo aroma è in bilico tra quello della susina e quello del limone/lime.
 
Forse non tutti lo sanno o se ne sono mai accorti, ma questa spezia è in realtà nota anche al palato occidentale… presta infatti, "sotto mentite spoglie", il suo inconfondibile e insostituibile aroma alla salsa Worcester e a quella Barbecue.
Improbabile da rinvenire nella grande distribuzione, lo si trova invece con estrema facilità negli esercizi alimentari gestiti da indiani e cingalesi, specialmente in forma di panetti (polpa del frutto pressata), di colore scuro, avvolti nella plastica. Il prodotto necessita di un preventivo ammollo in acqua calda per sprigionare la complessità del bouquet aromatico.

A casa nostra, in Italia, è apprezzato soprattutto come sciroppo: il “Tamarindo Erba”, lo ri/conoscete?... un cult, quasi un feticcio tra le bevande rinfrescanti!!! Provatelo, mi raccomando, e non ve ne pentirete...

 

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